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La Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 – così come modificata dal Regolamento (UE) n. 1357/2014 della Commissione del 18 dicembre 2014, dalla Direttiva (UE) 2015/1127 della Commissione del 10 luglio 2015, dal Regolamento (UE) 2017/997 del Consiglio dell’8 giugno 2017, dalla Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 e così come rettificata dalla Rettifica GU L 297 del 13.11.2015, pag. 9 (2015/1127) e dalla Rettifica, GU L 42 del 18.2.2017, pag. 43 (1357/2014) – stabilisce misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana evitando o riducendo la produzione di rifiuti, gli effetti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, riducendo gli effetti generali dell’uso delle risorse e migliorandone l’efficienza, che costitui­scono elementi fondamentali per il passaggio a un’economia circolare e per assicurare la competitività a lungo termine dell’Unione.

La Direttiva si propone, dunque, di indirizzare i Paesi membri dell’Unione europea verso una società che miri a evitare la produzione di rifiuti e a utilizzare i rifiuti come risorse.

A tal fine, il legislatore comunitario ha individuato una dettagliata gerarchia nella gestione dei rifiuti, intesa come un ordine di priorità di ciò che costituisce la migliore opzione ambientale nella politica dei rifiuti, al vertice della quale si colloca la prevenzione e, a seguire, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero e, infine, lo smaltimento.

In tale direzione si muove anche il D.Lgs. n. 152/2006 – impropriamente noto come Testo Unico Ambientale o, in modo ancora più errato, come Codice dell’Ambiente che all’art. 179 riprende i criteri di priorità stabiliti dalla direttiva e indica come primo obiettivo la prevenzione e la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, da realizzarsi anche mediante il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio e, in subordine, lo smaltimento finale dei rifiuti, che deve costituire la fase residuale della gestione dei rifiuti, da attuare solo dopo aver verificato l’impossibilità tecnica ed economica a effettuare operazioni di recupero.

La prassi dello smaltimento in discarica rappresenta non soltanto un potenziale rischio ambientale ma, soprattutto, un ingente spreco di risorse materiali ed energetiche che possono essere ottenute invece ricorrendo a un adeguato recupero dei rifiuti di gomma.

REUSE s.r.l. si occupa, in particolare, di: